Recensioni
Sara Chiappori•La Repubblica
Un percorso pudico tra le tele di Ghizzardi
Silvio Castiglioni è uomo di teatro schivo, quasi austero nel suo navigare lontano dagli ammiccamenti lungo rotte anomale che richiedono tempo, silenzio e respiri profondi. Con lui abbiamo scoperto Pietro Ghizzardi, pittore contadino tra le nebbie e i campi della Bassa reggiana. Meno noto dell’altro padano naif, Antonio Ligabue, Ghizzardi, nato a Viadana nel 1906, inizia a dipingere da ragazzino. Di… […]
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Magda Poli•Corriere della sera
Storia di Ghizzardi scrittore insolito
Con garbo, intelligente passione, Silvio Castiglioni in “Casa Ghizzardi: mi richordo anchora” spalanca il mondo di Pietro Ghizzardi, morto nel 1986, pittore e scrittore, lui che non conosceva la pittura e la lingua. Quasi analfabeta scrisse “Mi richordo anchora”, vinse il Viareggio, senza sapere cosa fosse una tecnica divenne un pittore riconosciuto. Castiglioni, in un suggestivo itinerario nei corrido… […]
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Renato Palazzi•DelTeatro.it
Casa Ghizzardi: Mi richordo anchora
Silvio Castiglioni è un bravo attore che non teme di avventurarsi a volte in progetti coraggiosi e non banali. Nello spettacolo in scena fino all’11 dicembre al Teatro dell’Arte di Milano, Casa Ghizzardi: mi richordo anchora, con la collaborazione registica di Giovanni Guerrieri rende un giusto e delicato omaggio alla figura di Pietro Ghizzardi, un pittore-contadino della bassa padana, morto tren… […]
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Claudia Provvedini•rumorscena.com
Il fascino puro del teatro nel "Richordo anchora" di Casa Ghizzardi
MILANO – Una traiettoria circolare segue la strategia adottata da Silvio Castiglioni nello spettacolo “Casa Ghizzardi: mi richordo anchora”, regia di Giovanni Guerrieri, per raccontare e mettere in vita la figura dello straordinario pittore autodidatta Pietro Ghizzardi, nato nel 1906 a Viadana mantovana, morto nell’86 a Boretto. E in un’ora l’emozione assolutamente speciale del teatro si fa sempre più … […]
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Alessia Rastelli•Corriere della sera «la Lettura»
Richordiamo anchora (in scena) Pietro Ghizzardi
«Una volta avevo dippinto charolina invernissi il suo vizo lo avevo scholpito e poi lo avevo attachato inchollato chontro al muro del nostro porticho e tutte le mattine chon la schala del fienile andavo sempre a ritochare charolina invernissi e avevo chontinuato piu di un meze sempre tutte le mattine a ritochare charolina invernissio». Dipingeva ogni giorno, appassionato e perseverante, il p… […]
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Diego Vincenti•Il Giorno
Viaggio teatrale nell'arte di Ghizzardi
“C’è un uomo nella Bassa sui settant’anni che si chiama Pietro Ghizzardi ed è un grande uomo. Lessi le sue memorie quando erano in boccio e dissi: corro subito ad abbracciarlo. Poi non corsi ad abbracciarlo, passò del tempo, si dimentica, questa è la vita, e si onora, purtroppo più facilmente un artista che un uomo”. Così scrive Cesare Zavattini nella prefazione di Mi richordo anchora, romanzo popolare in f… […]
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Davide Brullo•La Voce di Romagna
Castiglioni in tour milanese per Ghizzardi
Lo aveva scoperto Cesare Zavattini (ancora lui) con la stessa tigresca foga con cui naveva tirato fuori dalle rive del Po l’indomito Ligabue: “C’è un uomo nella Bassa sui settant’anni che si chiama Pietro Ghizzardi ed è un grande uomo. Ma da parecchio prima che cominciasse a dipingere… Lessi le sue memorie quando erano in boccio e dissi: corro subito ad abbracciarlo. Poi non corsi ad abbracciarl… […]
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Valentina Lonati•ICON Panorama.it
Teatro: il meglio del 2016
[…] A novembre, è andato in scena al Teatro dell’Arte di Milano il nuovo progetto di Silvio Castiglioni, Casa Ghizzardi: Mi richordo anchora, incentrato sulla figura e sull’opera di Pietro Ghizzardi. Un viaggio attraverso la vita del poeta e pittore mantovano, a trent’anni esatti dalla sua morte e quarant’anni dall’uscita del celebre romanzo Mi richordo anchora. Uno spettacolo che ha f… […]
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Ilaria Angelone•Hystrio
Pietro Ghizzardi, il pittore contadino
Una mucca nella stalla guarda un cavallino e partorisce un puledro. Una visione fantastica, una geografia del desiderio che forse è la cifra più emozionante dell’opera di Pietro Ghizzardi, pittore contadino vissuto a Boretto – Bassa padana, dove il Po bussa spesso alla porta di casa – in pieno Novecento. Pittore malgrado tutto, potremmo dire, che usava i cartoni spianati e i colori se li fabbric… […]
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Davide Brullo•La voce di Romagna
Lello Mio
Silvio Castiglioni scopre i testi in italiano di Raffello Baldini. Un lavoro filologico e commovente. A Cattolica, la prima di un progetto dedicato al poeta santarcangiolese. Di cui è stato estratto dall’oblio un testo dimenticato: l’esordio letterario, nel 1967, “Autotem”. Perché non ripubblicarlo? Ornitorinco e impiccato. Non so perché, mentre fluttuo nella notte opalescente verso Cattolica, mi viene in … […]
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Davide Brullo•La Voce di Romagna
La lacerazione del Sacro. Nino Pedretti + Sylvia Plath
Vestito come un ragioniere rétro, come l’uomo comune anni Sessanta, diventa d’improvviso, squadernando le calze rubine, la prostituta dubbiosa tra la sfrenata lussuria e il maritarsi con il docile rimbecillito. Poi diventa il bibliotecario, poi torna la moglie frustrata. Basta una sterzata del gesto, screziare discretamente la voce. Formidabile la capacità mimica di Silvio Castiglioni quando penet… […]
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Ennio Grassi•Il Ponte
Monologhi, che teatro!
L’inedita inscenata pedrettiana di Silvio Castiglioni (con la collaborazione di Georgia Galanti), nella dolce quinta urbana di piazza Ganganelli, andrebbe intestata a mo’ di esergo alla 43°edizione del festival di Santarcangelo; festival che, pour cause, sembra trovare nuove valide ragioni neo-identitarie per il suo proseguimento. Si tratta di testi in lingua del genere dei monologhi che Nino Pedr… […]
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Maria Cristina Vilardo•Critico de Il Piccolo
L'uomo? Un animale fragile e feroce nei monologhi di Nino Pedretti
Brevi, brevissimi monologhi creati per l’ascolto silenzioso e assorto della radio. Nino Pedretti li scriveva febbrilmente nei giorni della malattia, che non gli ha lasciato il tempo di sentirli recitati. E la Rai, dopo la morte del poeta romagnolo (avvenuta a Rimini il 30 maggio 1981), non li ha mai registrati e mandati in onda. Sarebbero forse scivolati nell’oblio se l’editore riminese Raffaelli non l… […]
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Paola Abenavoli•Cultural Life
Un’inedita proposta teatrale per il pubblico reggino
Metti una sera a cena a teatro: un’operazione nuova per Reggio Calabria, un’innovazione artistica, un’inedita scelta teatrale. Quella che ha realizzato SpazioTeatro sabato e domenica scorsi è una proposta insolita e accattivante, che vede protagonista un importante nome del teatro italiano, Silvio Castiglioni (direttore artistico del CRT, centro di ricerca del teatro di Milano, e, fino al 2005, dirett… […]
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Mario Brandolin•Messaggero Veneto
Castiglioni, gran teatro d’ascolto
Alla struttura da radiodramma… si accompagna così una forte valenza di drammaticità, quasi metafisica. Che esplode nel secondo momento, in cui con le parole di Dostoevskij assistiamo a una sorta di grottesco processo a Cristo, per opera di un funzionario della fede, che incalza, irride, arrogante, luciferino e nevrotico, in un’inquietante dissociazione tra dire e agire che lo rende contorta marionetta di se stesso, aggrappato a una sedia, nel rosso alla Francis Bacon in cui è immerso… […]
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Domenico Rigotti•L'Avvenire
Con Manzoni contro la giustizia ingiusta
Un approccio teatrale di rara raffinatezza stilistica… In un clima all’apparenza spossato, i due si rovescino addosso il racconto con un’urgenza si direbbe misteriosa, come se le parole manzoniane dovessero sfuggire e il loro compito quello di salvarle, di mantenerle vive. Con la sua voce pastosa, bellissima, Silvio Castiglioni dà a loro una potenza straordinaria, la stessa che si ritrova in Emanuela Villagrossi. Uno spettacolo da non perdere. […]
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Renato Palazzi•delteatro.it
Storia della colonna infame
La regia di Giovanni Guerrieri si attiene a questo taglio spoglio, incalzante... un uomo e una donna scandiscono con toni trasognati gli sviluppi dell'emblematica vicenda: i due si muovono fra oggetti incongrui, valigie, vecchi ventilatori, servizi di bicchieri di cristallo, e incongrui sono tanti piccoli segnali, certi gesti rituali di lui, i guanti di lattice indossati da entrambi, che gettano sulle loro parole una luce inquietante. […]
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Sara Chiappori•La Repubblica
Castiglioni interroga il silenzio di Dio
Castiglioni dà voce, corpo e vertiginosa profondità al tormento del dubbio che devasta l’uomo davanti a un Dio tragicamente silenzioso… Una prova d’attore di rara potenza, rigorosa e senza vezzi: perché quel che Castiglioni fa sulla scena è officiare il rito misterioso di una parola capace di rendere visibile l’invisibile. […]
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Rodolfo Di Giammarco•La Repubblica
Il Vampiro o le confessioni mancate
L’affascinante e oscuro testo Il vampiro o le confessioni mancate di Andrea nanni da John William Polidori e Marina Cvetaeva, affidato ai flemmatici e morbosi Silvio Castiglioni e Emanuela Villagrossi diretti da Giovanni Guerrieri. Lui testimonia la parabola (anche moderna) di un uomo irretibile, lei attesta una pulsione a sottoporsi all’inaudito (“Per questo di solito non parlo”). Due a solo di suggestioni, turbamenti. […]
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Tommaso Chimenti•Corriere nazionale
Amore, sensualità e il sottile fascino del sangue
Nella regia scarna di Giovanni Guerrieri dei Sacchi di Sabbia, che lascia spazio agli interpreti senza sovrabbondanze né inutili orpelli appesantenti, a terra sta il bastone-serpente, quasi da rabdomante, che li domina e li volge alla ricerca dell’estrema esperienza erotica. I due fratelli si votano al demonio perché non possono farne a meno. […]
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Bernadette Majorana
Impressioni di uno spettatore
La storia è quella, nota, del barbiere Gian Giacomo Mora, condannato per un delitto atroce, per avere propagato la peste nella Milano estiva del 1630. Per un delitto mai commesso. Una diceria, cosa detta e ridetta, affidata soltanto alla parola, parola irresponsabile eppure efficacissima nell’atto stesso del suo farsi, di bocca in bocca, di orecchio in orecchio, di pagina in pagina. Veritiera o ca… […]
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Josella Calantropo•Voci dalla soffitta
La storia della colonna infame diventa teatro
C’è un uomo sulla scena. Un borghese impolverato che costruisce una colonna di bicchieri di vetro. Che alza solaio dopo solaio, piano dopo piano una fragile torre di cristallo. Assistere alla messa in opera di questa precaria architettura provoca stati di ansia… Per raccontare questo lavoro teatrale bisogna recuperare quella sensazione. […]
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Magda Poli•Corriere della Sera
Manzoni, un salotto contro i pregiudizi
Affascinante spettacolo di penombre minacciose, in quel recitare ruvido e pastoso di Castiglioni interrotto da oscuri, arcani rumori, minacce esterne che creano tensione e impediscono ogni enfasi… Un testo contro i pregiudizi, contro la bassezza d’animo, il populismo, l’ignoranza e il conformismo sempre portatore di non-pensiero: materiali ieri come oggi per erigere ignobili colonne infami. […]
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Julia Hila•delteatro.it
Un altro spettatore
Storia della colonna infame è stato uno spettacolo che si è lasciato amare facilmente. Un’opera dalle sfumature intime ma di una potenza inaudita. La denunzia in quanto costante dell’opera è lacerante - l’indignazione del Manzoni per questo fatto è stata riportata con maestria. I due personaggi, custodi di questo spazio sospeso, provvisorio, da sembrare in procinto di trasloco - di … […]
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Diego Vincenti•Hystrio
Il fascino intellettuale del signore delle tenebre
Confini labili. Fra passione e perdizione, incesto e amor fraterno, vita e morte (o presunta tale). In queste zone di nessuno si muove Il vampiro, elegantissima coppia di monologhi che Andrea Nanni intreccia da alcuni racconti “minori” sul pallido signore delle tenebre. Da Polidori alla Cvetaeva fino alle leggende russe di Afanasjev, ne nasce un gomitolo di vicende intorno a un inconsueto tri… […]
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AL.FA.•Brescia Oggi
Il vampiro, la sorella e il lato oscuro dell'anima
Il vampiro, un tema più volte rievocato nel corso degli anni, recentemente tornato alla ribalta con la saga di Twilight, che ha dato il via ad una prepotente emorragia (è proprio il caso di dirlo) di libri e pellicole con protagonisti i principi delle tenebre per eccellenza. Con quella sua malinconica dannazione alla solitudine, ma anche capace di incarnare l’inconfessabile nascosto in c… […]
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Patrizia Pertuso•Metro Spettacoli Milano
"Il Vampiro" di Nanni nel segno del cinema
Un viaggio, un incontro, un giuramento. Dalla Londra del bel mondo alla Grecia. Da Roma All’Inghilterra. Un viaggio che vede protagonisti Silvio Castiglioni e Emanuela Villagrossi, in scena al Crt Salone fino a domenica con “Il vampiro o le confessioni mancate” di Andrea Nanni da John William Polidori e Marina Cvetaeva. Lo spettacolo si divide in due parti. Nella prima un bravissimo Silvio Casti… […]
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Claudia Cannella•Vivi Milano / Corriere della sera
Da vedere perché: Il Vampiro
Due vecchi, forse vampiri, ripercorrono le tappe di un sinistro romanzo di formazione. Chi è vittima e chi è carnefice? Da testi di Polidori e Cvetaeva, un cortocircuito tra enigma e magia affidato alla sapienza attorale di Silvio Castiglioni ed Emanuela Villagrossi. […]
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Sara Chiappori•La Repubblica
Il Vampiro. Castiglioni dolente e fascinoso
Mi piace. Inquietante, fascinoso come il vampiro che racconta. Curatissima la drammaturgia di Andrea Nanni da testi di Polidori e Cvetaeva, efficace la severa regia di Giovanni Guerrieri scavata tra luci e ombre. Silvio Castiglioni è nella parte. Sinistro e dolente. Non mi piace. La struttura del doppio monologo giustapposto in cui i due punti di vista non coincidono rende un po’ macchinoso il tr… […]
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Paolo A. Paganini•Corriere del Ticino
Il capostipite dei vampiri debutta a teatro
Il vampiro scritto da John William Polidori nel 1819, è il capostipite di una sterminata saga dell’orrore che, dal conte Dracula al “non morto” Nosferatu, è dilagata in uno stuolo di versioni filmiche, delle quali i cinefili sanno tutto. Un po’ meno sanno gli appassionati della prosa, essendo praticamente inesistenti le versioni teatrali. Ha provveduto a colmare la lacuna Andrea Nanni, che da Polidori … […]
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Luca Vido•Il Giorno
Castiglioni-Villagrossi coppia solitaria alle prese col vampiro
Dall’ombra la splendida voce di Silvio Castiglioni, quasi un soliloquio, ci cattura e trascina tra le pieghe gotiche di una storia senza tempo. Quella di un vampiro. Non lui, ma quello che sposerà sua sorella. Doppio monologo. Prima lui, lord inglese. Poi lei, Emanuela Villagrossi, sua sorella, giovane, e affascinante, appena entrata in società. Andrea Nanni, nella scrittura del doppio testo, va all… […]
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Mario Gazzola e LaCri•posthuman.it
Rarefatto il Vampiro in scena al CRT
Il vampiro va dunque in scena al Salone CRT (via Dini a Milano) in una forma rarefatta, minimale ed essenziale, come un doppio monologo: lui dal testo di Polidori, lei dal Prode di Marina Cvetaeva (ispirato alla fiaba Il vampiro di Afanasjev, a sua volta tratta dal Polidori). Entrambi maturi, narrano compostamente, in un sussurro, le confessioni mancate (sottotitolo dello spettacolo), ossia le… […]
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Franco Cordelli•Corriere della sera
Castiglioni l'istrione occulto
…una gigantesca ombra, ora rossa ora nera, dietro le spalle dello sprezzante oratore… d’una sgradevolezza memorabile… Castiglioni è un attore che eccelle nel togliere… Ma vediamo anche come il suo rifiuto dell’enfasi, o d’ogni eccesso di rivelazione di sé, altro non sia che un più sofisticato, cesellato istrionismo. Poiché alla fine, cosa c’è di più diabolico dell’istrionismo se non il suo occultamento? […]
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Rodolfo Di Giammarco•La Repubblica
In scena Casa d'altri
Le domande più belle sono quelle senza risposta, e lo prova un dittico-gioiello. È austero e reticente, il dialogo mancato tra un parroco e una vecchia che medita il suicidio… bagliori alla Bacon per l'invettiva Domani ti farò bruciare … dove l'attore è un secco Grande Inquisitore che rimprovera a Gesù verità e carità. Che voce e corpo officiante. […]
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Franco Quadri•TuttoMilano / La Repubblica
Castiglioni fra Dio e demoni
… una cornice di specchi per il parroco di paese tallonato… da una fantasmatica vecchietta che lo cerca fingendo di sfuggirgli per chiedergli un’esenzione dai precetti che lui non le potrà consentire… e alla stessa stregua non sarà concesso di incarnarsi al blaterante demone travestito che grida la sua ira maledicente da Anticristo su un rosseggiante sfondo infernale. […]
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•Corriere della Sera
Il silenzio di Dio
Un parroco impotente di fronte a una vecchia che gli confessa di voler suicidarsi e un Inquisitore-Anticristo-manager che conosce la formula per dominare i fragili, deboli uomini: miracolo, mistero, autorità. Questi i protagonisti di due intensi monologhi di Silvio D’Arzo e Dostoevskij con la drammaturgia di Andrea Nanni e la regia di Giovanni Guerrieri. Bravissimo Silvio Castiglioni che evoca co… […]
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Luca Vido•Il Giorno
Il silenzio di Dio è un fiume di parole che incantano
La scena si apre su un gigantesco prete, alto tre metri, circondato da microfoni, che racconta il silenzio… Quello che impressiona e convince, al di là dei due bellissimi testi scelti, è l’interpretazione, soprattutto vocale ma non solo, che Silvio Castiglioni regala al pubblico del CRT. Da vedere e da ascoltare. […]
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Magda Poli•Corriere della Sera
Castiglioni sa toccare mente e cuore
Due monologhi per raccontare con raffinata capacità evocativa il difficile rapporto tra l’uomo e Dio, tra l’uomo e l’autorità religiosa, tra l’uomo e se stesso… Alla lunga figura di Giacometti del prete di “Casa d’altri” di Silvio D’Arzo, segue il manager dalle tinte e dai contorcimenti alla Bacon in “Domani ti farò bruciare” … analisi della nascita dei regimi totalitari… […]
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Franco Quadri•La Repubblica
Il prete e l'inquisitore in cerca di Dio
L’intelligenza creativa di un team di teatranti rigorosi – Andrea Nanni curare gli adattamenti, Giovanni Guerrieri alla regia e Silvio Castiglioni prezioso interprete – mette a confronto l’incantevole modestia del capolavoro di Silvio D’Arzo e la protervia del Grande Inquisitore dostojevskiano. Casa d’altri funziona benissimo anche nella riduzione… […]
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Renato Palazzi•delteatro.it
Il silenzio di Dio
Silvio Castiglioni ha felicemente accostato un racconto di Silvio D’Arzo ai Fratelli Karamazov di Dostoevskij. Efficace l’allestimento minimale, con la drammaturgia di Andrea Nanni e la regia di Giovanni Guerrieri… due testi sul vuoto della parola, che paradossalmente non possono che esprimersi in una rigorosa trama verbale… Una bella prova d’attore, percorsa da una forte tensione intellettuale. […]
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Maddalena Miele•Il Giornale
Al CRT il "Silenzio di Dio" tra Dostoevskij e D'Arzo
…un lavoro teatrale di grande coinvolgimento emotivo, in cui le parole, che appartengono, almeno in partenza, alla narrativa, accolgono con la propria musicalità e, anche se sono quasi semplicemente “dette”, senza azione, permettono di sentire gli odori, vedere i luoghi a cui si riferiscono. […]
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Diego Vincenti•Epolis Milano
Quesiti alla Chiesa afona
C’è quell’inquietudine, c’è la sensazione che non tutto vada come deve andare… È da vedere il dittico Il silenzio di Dio fosse solo per l’affiancare due testi tanto distanti che riescono ad apparire come due momenti del medesimo pensiero… Si esce un poco scossi. E non succede spesso. […]
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Diego Vincenti•Hystrio
Duello d'anime per voce sola
Quando si hanno parole splendide è sufficiente una sedia. E un grande attore. Domani ti farò bruciare sono manciate di minuti di teatro emozionante, minimalismo scenico che racchiude a forza dimensioni gigantesche: di testo, talento, forza comunicativa. Castiglioni accoglie lo spettatore come se uscisse da un quadro di Otto Dix, indolente e storto sulla sedia a braccioli. Ma senza bocchino e lo sg… […]
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Daria Balducelli•Il Giornale della Mezzanotte
Non di solo pane
Dentro l’ardente buio di Silvio d’Arzo e di Dostoevskij sono riuscita a fissare su carta solo poche parole: “altezza”, ”mani”, “silenzio”, “indica”, “silenzio”, “la tonaca vuota del prete”, “chiunque passa mi vede”,” non ho denti per mangiare il pane”, “eleganza del male”, “non di solo pane vive l’uomo”… uno spettacolo così raffinatamente, così artisticamente crudele. […]
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Franco Cordelli•Corriere della Sera
Il prete e la lavandaia suicida
Ritenevo che il debito stilistico di Silvio D'Arzo nei confronti di Vittorini e Pavese fosse ingente. Troppo vistoso… Castiglioni scarnifica questa prosa, la priva, appunto, del suo lirismo e ne mostra, al di là degli accenti invece colloquiali, la durezza di fondo, l'immedicabile ferita che essa apre in quel desolato paesaggio. […]
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Maurizio Spinali•La Voce del Popolo
La morte è una domanda che resta senza risposta
Brescia. «Le parole mi fanno vergogna». Lo dice al lettore il prete protagonista di Casa d’Altri, racconto di Silvio D’Arzo, scrittore emiliano scomparso nel ’52 a trentadue anni. E il silenzio avvolge lo spettatore sin dall’inizio dell’intensa riduzione teatrale che Silvio Castiglioni, noto attore e regista d’origine veneta, ha proposto in tre date per il Festival di primavera Crucifixus, che si sta svolgendo… […]
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Lorenzo Donati•Hystrio
Capre di montagna e preti radiofonici
In tempi di podcast, è netta la cifra di questo lavoro, che difende un teatro sommesso, in cui l'artigianale è segno di un rigore che preserva l'empatia con lo spettatore. Come nel commiato del parroco, che esce trascinando una carriola che porta disegnata una capra d'altri tempi e d'altre biografie. […]
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Franco Cordelli•Corriere della Sera
Un esoterico viaggio in Armenia
Assistendo allo spettacolo Viaggio in Armenia che il regista Giovanni Guerrieri ha tratto da un racconto di Osip Mandel’ stam, riflettevo sull’ idea di canone. Essa è entrata nel discorso comune dopo la pubblicazione del libro di Harold Bloom Il canone occidentale. E’ un’ idea intimamente contraddittoria: vuole stringere, circoscrivere; ma per quanto ingegnosi o pedanti … […]
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Walter Porcedda•La Nuova Sardegna
Teatro, risotto e Cannonau
CAGLIARI. Teatro e cucina. Del buon teatro e della buona tavola. A proporli all’interno di un’insolita e apprezzatissima serata è l’ottimo Silvio Castiglioni, attore di prim’ordine di Santarcangelo di Romagna, patria di teatranti e di ribelli. E di buongustai pure. Capaci di apprezzare il saporito risotto cucinato al modo pilaf e condito con le parti buone del maiale, … […]
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Mara Serina•Ateatro N. 62
I fili del sogno e della ragione
Filò, un corpo magmatico di materia e sentimento, di poesia che prende forma nel tempo, con fatica, con sofferenza, in un lento distillarsi di ricordi personali e generazionali. Questo il traguardo cui è giunto Silvio Castiglioni che ha di recente elaborato in forma definitiva uno spettacolo cui sta lavorando da lungo tempo. Il risultato è splendido, emozionante, e la generosità dell’attore in scena… […]
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Maurizia Veladiano•Il Giornale di Vicenza
Don Chisciotte delle campagne: un bambino diventa cantastorie
BASSANO. Piccole e grandi storie. Incontri, ricordi, voci di un’infanzia lontana, ma anche Cervantes, Siviglia, Buenos Aires, Madrid, il fuoco della notte, il gelo dell’inverno, l’ilarità inquieta delle maschere antiche, il loro passo affamato e grottesco, i sussurri della campagna veneta, i suoi colori, il suo brivido azzurro, la mattina, quando la nebbia avvolge fossi e … […]