Recensione
Sara Chiappori•La Repubblica•06 September 2011
Castiglioni interroga il silenzio di Dio
Teatrante irrequieto che ama navigare lungo rotte poco accomodanti alla ricerca del mistero della rappresentazione scenica, Silvio Castiglioni ripropone stasera al festival “L’ultima luna d’estate” uno dei pezzi migliori del suo repertorio. Si intitola Il silenzio di Dio ed è un monologo che, contando sulla preziosa collaborazione di Andrea Nanni per la drammaturgia e Giovanni Guerrieri per la regia, compone due testi solo all’apparenza molto lontani fra loro: Casa da’altri, radiodramma del dimenticato Silvio D’Arzo, che racconta di un parroco di campagna incapace di rispondere a una vecchina decisa a porre fine alla sua vita, e Domani ti farò bruciare, che invece riprende la celeberrima invettiva del Grande Inquisitore dai Fratelli Karamazov di Dostoevskij (prossimamente al Teatro Franco Parenti con Remo Girone).
Issato su un alto trespolo in una prima parte stilizzata alla Giacometti, sprofondato in una poltrona nella seconda dove lampeggiano squarci rossi alla Bacon, Castiglioni dà voce, corpo e vertiginosa profondità al tormento del dubbio che devasta l’uomo davanti a un Dio tragicamente silenzioso e indifferente. Le domande che si levano verso il cielo partendo dalla terra sono destinate a rimanere senza risposta. Non importa che a porle sia una donna del popolo o un ministro della chiesa: al cospetto di Dio la solitudine dell’uomo è assoluta quanto la sua inadeguatezza.
Una prova d’attore di rara potenza, rigorosa e senza vezzi: perché quel che Castiglioni fa sulla scena è officiare il rito misterioso di una parola capace di rendere visibile l’invisibile.