Recensione

Luca VidoIl Giorno11 November 2010

Castiglioni-Villagrossi coppia solitaria alle prese col vampiro

Doppio monologo di Andrea Nanni

Dall’ombra la splendida voce di Silvio Castiglioni, quasi un soliloquio, ci cattura e trascina tra le pieghe gotiche di una storia senza tempo. Quella di un vampiro. Non lui, ma quello che sposerà sua sorella. Doppio monologo. Prima lui, lord inglese. Poi lei, Emanuela Villagrossi, sua sorella, giovane, e affascinante, appena entrata in società.

Andrea Nanni, nella scrittura del doppio testo, va alle radici della leggenda che tanta fortuna, letteraria e cinematografica, ha avuto: e in particolare guarda a “Il vampiro” (1819) di John William Polidori e al “Il prode” (1924) poema di Marina Cvetaeva. Due testi per un doppio monologo nel quale la stessa vicenda, la non-morte e la seduzione di una giovane fanciulla, vendono viste e narrate da due diversi punti di vista. E vedremo con quale risultato.

Dall’ombra, Castiglioni, accenna un passo in avanti, impercettibile, lento. E un fascio di luce illumina di taglio il volto cereo. Il soliloquio si fa racconto di un viaggio in Italia, della morte dell’amico che era in viaggio con lui, della sparizione del corpo al primo raggio di luna. Si torna a Londra e l’amico è a una festa, apparentemente vivo. Disperazione, quando il lord si accorge che il non morto sta corteggiando proprio sua sorella. Ma c’è un giuramento da rispettare. Pazzia. Sullo sfondo l’ombra di un Castiglioni immobile prende vita, una luce accecante e in scena è la sorella. Altro punto di vista. Amore o quasi. Accettazione disperata.

Tutto bene, o quasi. Bene Castiglioni e brava anche la Villagrossi. Ma, soprattutto dal primo, soprattutto dopo averlo applaudito senza riserve in “Il silenzio di Dio”, poco più di un anno fa, ci saremmo aspettati qualcosa di più. Ma non avrebbe potuto, il pur bravissimo, anche in questo caso, Castiglioni. Una volta uscito dall’ombra, una volta illuminato dal taglio di luce, una volta catturato il pubblico, eravamo pronti a un crescendo e a una varietà cui Castiglioni ci ha abituati. Ma non c’è stata anche perché il testo di nanni non lo prevedeva, né lo permetteva. Peccato. Sia l’argomento che l’attore avrebbero permesso ben altro.