Recensione
Paola Abenavoli•Cultural Life•17 February 2013
Un’inedita proposta teatrale per il pubblico reggino
Metti una sera a cena a teatro: un’operazione nuova per Reggio Calabria, un’innovazione artistica, un’inedita scelta teatrale. Quella che ha realizzato SpazioTeatro sabato e domenica scorsi è una proposta insolita e accattivante, che vede protagonista un importante nome del teatro italiano, Silvio Castiglioni (direttore artistico del CRT, centro di ricerca del teatro di Milano, e, fino al 2005, direttore del festival di Santarcangelo, nonchè autore e attore che ha lavorato con grandi come Eugenio Barba, Federico Tiezzi) che, per la prima volta, porta sul palco tre atti unici (la drammaturgia è di Andrea Nanni) del suo acclamato repertorio riuniti nello spettacolo “Trittico”. I primi due, “Casa d’altri”, tratto da un racconto di Silvio D’Arzò, e “Domani ti farò bruciare”, ispirato ai “Fratelli Karamazov” di Fëdor Dostoevskij, fanno parte già di un dittico, “Il silenzio di Dio”, in cui un unico personaggio in scena, un solo attore diviene narratore e interprete perfetto, grazie a scelte sceniche minimali ma possenti o geniali nella loro semplicità e, soprattutto, grazie alla tecnica impressionante usata dall’attore come strumento mai fine a se stesso, ma come mezzo di una ricerca teatrale continua, che si inserisce in quel percorso del teatro contemporaneo che sa travalicare i suoi confini, inglobare suggestioni e contaminazioni.
Il terzo atto unico, “Il vampiro”, però a livello tematico si allontanava un po’ dai primi due: da qui l’idea che SpazioTeatro, con Gaetano Tramontana, e lo stesso Castiglioni hanno deciso di portare avanti. Ovvero, creare, dopo il breve intervallo, uno spazio scenico contiguo ad una tavola imbandita per gli spettatori: quasi a fine cena, entra il protagonista ed il suo monologo si svolge vicino al tavolo, in un tono colloquiale molto coinvolgente, per atmosfera e, naturalmente, interpretazione. Una pièce di Castiglioni, in una diversa versione, tratta da classici e che diviene chiaramente metafora.Una scommessa vinta, dunque, quella dell’attore e di SpazioTeatro, di proporre qualcosa di innovativo, sia come iniziativa, sia propriamente a livello teatrale, con un’offerta nuova per il pubblico reggino.