Spettacolo
Filò, viaggio di uno Zanni all'inferno
Ispirato al poema di Andrea Zanzotto
Ideazione e interpretazione Silvio Castiglioni
Alla fisarmonica Beppe Chirico
Ai fornelli Paolo e Paola Castiglioni
Alle luci Michela Rinaldi
Produzione Celesterosa
Prima rappresentazione 1 luglio 2000, guado del Po sulla via Francigena
Nel Veneto il filò era la veglia dei contadini nelle stalle durante l’inverno. Fatti e sogni, nascite e morti diventavano rapidamente sostanza di racconto nel filò. Il vino, i giochi e le burle non mancavano mai, e la vigilia delle feste prima di andare a dormire compariva qualcosa da mangiare.
Orfano del mondo contadino il nostro filò ruota intorno alla figura di un inquieto cantastorie, ossessionato dai ricordi e piegato dalle circostanze a indossare i panni di un indomito Arlecchino e di altre maschere della Commedia dell’Arte. Una narrazione sincopata e trascinante che abbraccia gli ultimi trent’anni del secolo passato collegando una molteplicità di eventi e di luoghi nella fiduciosa ricerca di un disegno: da una remota contrada di campagna della pianura veneta, alla Milano dei primi anni settanta, e poi al Friuli del terremoto, per tornare al punto di partenza, un locale alla moda nella Buenos Aires dei giorni nostri, dopo aver toccato anche Siviglia, città cara a Cervantes.
Fra invenzione e memoria, vicende comuni e momenti intimi, si profila il destino di una generazione di sognatori delusi, che lo sguardo sempre presente degli animali – il maiale sacrificato, il leone nel circo, il mulo assassino, l’oca che non vuol morire – proietta in una dimensione cosmica.
La narrazione è addolcita da motivi musicali della tradizione popolare, e scandita dalla forza tellurica dell’omonimo poema in lingua veneta di Andrea Zanzotto, dove le colpe degli uomini, intenti a cavarse i oci un co l’altro, a darse fogo, a sbudelarse, sono comparate alla furia della natura, mare (madre) da maledir e da adorar.
Filò dura il tempo di preparazione del risotto col tastasàl, la carne di maiale profumata con aglio, vino bianco, pepe, sale e rosmarino. Al punto giusto, a cottura ultimata, finisce il filò degli attori e inizia il filò degli spettatori.
Recensioni
Walter Porcedda •La Nuova Sardegna
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Mara Serina •Ateatro N. 62
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Maurizia Veladiano •Il Giornale di Vicenza
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